Dalla mia finestra – By my window
Dalla volontà di conoscere e accogliere il mondo visto dall’altro è nato il progetto fotografico “Dalla mia finestra”, un’installazione visitabile nei giorni del Festival della solidarietà.
Abbiamo chiesto a chiunque volesse partecipare di raccontarci attraverso uno scatto quello che vede ogni giorno dalla propria finestra e ci sono arrivate immagini da tutto il pianeta.
Studenti, professionisti e volontari sparsi per il mondo per le più diverse ragioni hanno immortalato il loro panorama quotidiano fatto di speranze, ricordi e incontri.
Questa é la raccolta delle fotografie ricevute. Ogni veduta porta con sé i colori e l’atmosfera dei luoghi che racconta: scorrere le fotografie assomiglia ad aprire le persiane di ciascuna finestra per un’immersione immaginaria nel mondo visto dall’altro.
Clarisse Thibault, Francia
Tonho Crocco, Brasile
Angie Sanchez, Colombia
Nicole Redi, Canada
Stefano Rossi, Indiana
Simone Mariotti, Germania
Ludovico Dolfo, California
Hanjin Josh Cho, Corea del Sud
Alessandro Ferraro, Olanda
Aida Montanari, Italia
Ross Elliott, Inghilterra
Roberto Licitra, Russia
Pamela Gustinelli, Stati Uniti d'America
Jenny Ruitenberg, Olanda
Natalia Bannella, Polonia
Monica Ramaccioni, Italia
Milena Pavlović, Kosovo
Marta Panichi e Gabriele Bivignani, Scozia
Marta Cobelli, Colombia
Marianna Picca, Italia
Margherita Pucino, Svizzera
Ludovica Novelli, Ecuador
Leonardo Perugini, Danimarca
Laura Pandolfi, Stati uniti d'America
Laura Jasenaite, Lettonia
Karen Pace, Malta
Jean-François Girouard, Canada
Ilaria Niero, India
Giulia Candelori, Argentina
Giulia Brillini, Inghilterra
Giacomo Domini, Paesi Bassi
Francesca Braganti, Francia
Francesca Pinto, Colombia
Francesco Consiglio, Spagna
Federico Cordioli, Australia
Fabio Mignogna, Irlanda
Denis Gergic, Croazia
Claudia Mele, Polonia
Claudia Morelli, Australia
Leonardo Tonelli, Brasile
Lorenza Giorgi, Portogallo
-
Clarisse Thibault, Francia
Clarisse Thibault, 24 anni, Parigi, Francia, Consulente.
Tutta la mia vita è a Parigi. La mia famiglia vive poco lontano da Parigi, la maggior parte dei miei amici vive a Parigi e ho anche trovato un lavoro qui. Amo questa città perché è piena di tutto. Ci sono così tante persone diverse che vivono qui ed è ricca di cultura. Ogni giorno è una scoperta, mi accorgo continuamente di tante cose, strade, persone nuove, è spettacolare. Quindi ecco come percepisco il mio mondo: un casino. Tutto è intrecciato, ci si perde, si incontrano persone diverse. Eppure anche in questo caos sento che si può mantenere una certa autenticità. Si può prendere un drink in una terrazza con i soliti amici e avere una stretta cerchia di persone intorno e allo stesso tempo è possibile incontrare nuove persone e nuovi posti. Così ci può essere un equilibrio. Ho incontrato vite così differenti: nazionalità diverse, una donna che prima era un uomo, giovani punk, anarchici, uomini d’affari con la cravatta e l’espressione seria… Tutte queste persone hanno diversi stili di vita e sono abbastanza sicura che non riescano a capirsi del tutto a vicenda, eppure vivono una accanto all'altra. Penso che questo sia il punto quando si parla di empatia -
Tonho Crocco, Brasile
Antonio Carlos knebel Crocco (detto Tonho Crocco), 43 anni, Quintão, Brasile, Cantante e musicista.
Quintão è una città sul mare, a 120 chilometri da Porto Alegre. Qui la vedete così come appare dalla finestra della mia camera. Le sue spiagge sono un rifugio di pace e di quiete dal caos delle città. -
Angie Sanchez, Colombia
Angie Melisa Orozco Sanchez, 24 anni,Colombia, Ingegnere elettrico.
Il soggetto della foto è la "Valle de Cocora” vista dal belvedere di Salento in Colombia. È uno dei paesaggi più suggestivi che abbia mai visto: la maestosità del bosco di Cocora fa dimenticare il mondo circostante. A più di 2000 metri, posso chiudere gli occhi e ricordare il senso di pace totale tra le montagne delle cordigliera delle Ande. È una sensazione semplicemente meravigliosa. Ho scattato questa foto durante le vacanze di Natale 2015 e l’ho scelta a testimonianza della biodiversità del mio paese, che, paradossalmente, ho esplorato e visitato meno dell’Italia, dove,ormai da 4 anni abito stabilmente. -
Nicole Redi, Canada
Nicole Redi, 21 anni, Toronto, Ontario, Canada, Studentessa.
Ogni giorno mi sveglio con questo panorama. Ogni giorno vedo una miriade di persone, in fretta ovviamente, con il solito caffe in mano, accompagnato con la paura di far tardi. Ogni giorno mi siedo sul balcone e ascolto le sirene, i clacson e le grida che vengono dal guidar male. Ma in mezzo a tutti questi grattacieli, ci sono io, una studente che vuole raggiungere i suoi desideri ed ottenere il meglio. Questo panorama mi da speranza e una voglia assurda di fare qualcosa di diverso, ogni giorno. Ma sopratutto, mi da l’opportunità di ringraziare, ogni giorno, tutte le persone che mi hanno aiutata ad arrivare qui. Sono parte di una life in a concrete jungle. -
Stefano Rossi, Indiana
Stefano Rossi, 42 anni, West Lafayette, Indiana, Assistant Professor di Finanza alla Purdue University.
Fuori dalla finestra del mio ufficio vedo il mondo del mio lavoro, la mia vita qui in America. Spesso ripenso però anche alla mia Italia. -
Simone Mariotti, Germania
Simone Mariotti, 31 anni, Berlino, Germania, Content and Project Manager.
Orgoglio della DDR, la Karl-Marx-Allee rappresenta, oggi come in passato, quanto di più maestoso sia stato edificato dalla DDR durante gli anni della guerra fredda, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale e la costruzione del muro che divise per quasi trent’anni la città, separando inevitabilmente conoscenti, amici, parenti. Qui si teneva ogni anno la parata militare dell’Armata Popolare Nazionale, dove soldati e carri armati sfilavano al suono di marce trionfali dando sfoggio di tutta la loro grandiosa potenza bellica. Mi domando ogni tanto cosa avrà pensato l’inquilino, che ha vissuto nel mio appartamento, di quegli omini tutti impettiti e a passo di marcia che avrà visto sfilare sotto casa, alti si e no 2 centimetri. Sarà stato un operaio fedele alla causa comunista russa? O, con una lacrima in viso, si sarà chiesto come stessero alcuni suoi cari al di là della Sprea? A confortarlo, ogni giorno, un bellissimo tramonto che si andava spegnendo dietro Alexanderplatz e la torre della televisione; a me oggi, dall’altro lato del viale, il pensiero che questa strada, che prosegue a perdita d’occhio fino oltre la città di Berlino, non ha confine, non ha più muri, non ha più barriere. -
Ludovico Dolfo, California
Ludovico Dolfo, 26 anni, Pasadena, California, Pallavolista.
Dalla finestra vedo il mio futuro felice con una famiglia e una casa propria negli Stati Uniti -
Hanjin Josh Cho, Corea del Sud
Hanjin Josh Cho, 28 anni, Kwanak-Gu, Seoul, Corea del Sud, Travel blogger.
Sono nato a Yeosu, in una zona costiera a sud nella penisola coreana, lontana 4 ore di pullman da Seoul. I miei genitori ancora vivono lì. Nonostante io viva a Seoul, ho ancora la residenza a Yeosu. Yeosu ha 300.000 abitanti, ma è stata interessata da un gran deflusso di popolazione. Per questo mio padre, che è un pubblico ufficiale, per prevenire l’abbassamento del numero degli abitanti mi ha chiesto di mantenere la residenza lì. Il mondo che vedo a Seul è così come appare dalla mia finestra. Questa area è l’immagine della tentacolare crescita della Corea. Dopo la guerra, molti poveri sono arrivati qui e hanno costruito dei villaggi. Successivamente, per far sviluppare la zona, altra gente povera è stata costretta a spostarsi qui. Questo ha significato che quello che è stato costruito non è stato per niente progettato e tutto è stato eseguito a basso costo. Poi, all’improvviso, l’università nazionale di Seoul ha deciso di trasferirsi qui vicino, quindi hanno deciso di costruire una linea della metropolitana e è stata aperta una stazione. Nonostante questi nuovi servizi, il quartiere continua ad avere l’aspetto di un’area periferica. Ecco perché Seoul appare come una città dallo sviluppo sconsiderato ed è abitata principalmente da persone socialmente ed economicamente deboli: studenti, giovani lavoratori… Io sono uno di loro. -
Alessandro Ferraro, Olanda
Alessandro Ferraro, 25 anni, Rotterdam (NL), Ingegnere meccanico.
Il mondo che vedo dalla finestra è una realtà multietnica fatta di tanti studenti e giovani lavoratori che condividono una città moderna e produttiva. Una realtà basata su mobilità sostenibile, rispetto dell’ambiente, delle regole e del prossimo. Una città ricca di opportunità e di spunti di riflessione, che ha fatto dell’accettazione delle differenze la propria forza, consapevole del fatto che tanto maggiore è la varietà che compone una comunità, tanto più essa vale più della somma dei propri componenti. -
Aida Montanari, Italia
Aida Montanari, 22 anni, Città di Castello.
"Apro la finestra e guardo su
una ragnatela di rami
mi cattura
lo sguardo si perde nel blu
ed io mi perdo con lui
Ferma a contemplare il vento
aspiro al confine tra la terra e il cielo
dov'è la realtà di questo tempo?
Tra realtà ed illusione solo un finissimo velo...
Uno scorcio di questo mondo
guardare la vita da dietro le tende
o vivere?
Fermati, aspettami
perdona
la tua indifferenza
e la mia sete di te". -
Ross Elliott, Inghilterra
Ross Elliott, 33 anni, Londra, Inghilterra, Bancario.
Lavoro per una banca internazionale a Canary Wharf, a Londra. Il mio lavoro mi piace, anche se può essere stressante e spesso mi richiede di spostarmi da un ufficio all'altro per le riunioni. Le mie giornate sono vere e proprie maratone senza nessuna pausa, ma la possibilità di iniziare e terminare la giornata con questo prospettiva riesce a farmi sorridere e non posso fare a meno di essere soddisfatto di quel che faccio. -
Roberto Licitra, Russia
Roberto Licitra, 25 anni, Murmansk, Russia, Insegnante di italiano e inglese.
Murmansk è la più grande città del mondo oltre il Circolo Polare Artico. Una terra lontana dal calore e dai colori della nostra Italia, dove freddo e neve regnano incontrastati nel susseguirsi delle stagioni. Spostandosi però fuori dal centro abitato, la bellezza della natura artica, con le sue aurore boreali, i suoi laghi ghiacciati, gli alberi alti, fitti e silenziosi sovrastano e annullano il grigiore dell'architettura sovietica e i ritmi frenetici della città. -
Pamela Gustinelli, Stati Uniti d'America
Pamela Gustinelli, Stati Uniti d'America, Research Assistant Professor alla Università del Michigan, Ann Arbor - Michigan.
Dalla finestra di casa mia vedo il mio mondo universitario e presto spero invece di vedere lo stesso panorama di mio marito, Stefano. -
Jenny Ruitenberg, Olanda
Jenny Ruitenberg, 83 anni, Hoogvliet - Rotterdam, Olanda.
Sono olandese e abito in questa casa da più di 30 anni. Dalla mia finestra vedo uno dei fiumi più importanti dell’Olanda, il Maas. Qui passano navi che trasportano merci di ogni genere fino al porto più grande d’Europa. Rotterdam è, sin dalle sue origini, punto di incontro di tante culture ed etnie diverse. La convivenza non è sempre facile, ma qui non esiste la “paura dell’altro”... gli olandesi sono tolleranti, accoglienti e curiosi. -
Natalia Bannella, Polonia
Natalia Bannella, 27 anni, Tczew (Polonia), Volontaria nel progetto SVE (Servizio Volontario Europeo).
Tczew è una città che conta all’incirca 60.000 abitanti ed è situata a nord della Polonia nel voivodato della Pomerania. La foto scattata dalla mia finestra nel quartiere Bajkowe ritrae la chiesa intitolata alla Vergine Maria, il cui nome polacco è Parafia NMP Matki Kościoła, fu costruita nel 1980: una moderna architettura che svetta sugli edifici intorno. Vicino alla chiesa è anche possibile osservare palazzine nel tipico stile polacco la cui costruzione è iniziata nel 1999. -
Monica Ramaccioni, Italia
Monica Ramaccioni, 36 anni, Lama, Umbria, Fotografa.
Una vecchia finestra chiusa del casolare in cui vivo. Una finestra che racconta tante storie, che incornicia in sé un intreccio tra realtà e immaginazione, tra natura e uomo. Qui il tempo sembra essersi fermato, e questa finestra, che non si apre, continuerà a far sognare… “… una finestra chiusa e tutto il mondo fuori; e un sogno di ciò che potrebbe esser visto se la finestra si aprisse, che mai è quello che si vede quando la finestra si apre.” (Fernando Pessoa) -
Milena Pavlović, Kosovo
Milena Pavlović, 26 anni, Mitrovica, Kosovo, Dottoranda presso Université Paris Ouest Nanterre La Defénse.
La foto è stata scattata a Mitrovica, nel nord del Kosovo, una città di frontiera divisa tra un nord serbo e un sud albanese. Sullo sfondo il monumento ai minatori di Trepča ricorda un passato di fratellanza e unità in una città non ancora divisa dalla guerra . A Mitrovica svolgo la mia inchiesta di campo da qualche mese. -
Marta Panichi e Gabriele Bivignani, Scozia
Marta Panichi (30 anni) e Gabriele Bivignani (35 anni), Edimburgo, Scozia, Lavoratori.
Viviamo ad Edimburgo da quasi 9 mesi. Ci troviamo qui per lavoro: Gabriele è cuoco in un ristorante giapponese, Marta, al momento, svolge un semplice lavoro con un’ agenzia in attesa di poter esercitare come logopedista. Anche se la strada non è semplice, le prospettive sono migliori di quelle offerte dal nostro Bel Paese. Dopo una lunga esperienza australiana abbiamo deciso di avvicinarci un po' alla nostra cara Italia, che, al momento, non sembra offrirci un futuro brillante, quello che vorremmo dare al nostro bimbo che nascerà a settembre. La foto mostra una bellissima giornata di sole che illumina il nostro piccolo giardinetto, perché qui con i nostri stipendi possiamo comunque permetterci una bella casetta con due camere da letto, un salotto, una cucina, un bagno, un giardino … ed avere i nostri risparmi. Siamo felici a Edimburgo, è una città stupenda, piena di verde, mare, storia e bella gente. -
Marta Cobelli, Colombia
Marta Cobelli, 29 anni, Barrio La Sierra, Medellín, Colombia, Volontaria in Servizio Civile Nazionale all’estero.
Fino a settembre sarò in servizio civile in a Medellín, Colombia. Dalla mia finestra vedo una scuola e un campo da basket. Questa scuola rappresenta un nuovo inizio per La Sierra, un quartiere di Medellín con un passato di guerra e violenza. É stata aperta proprio qualche mese fa, a gennaio 2016, e rappresenta una nuova opportunità per i giovani di questo quartiere. Per me rispecchia la volontà delle persone locali di costruire un futuro migliore e di seminare la pace attraverso la cultura e l'educazione dei bambini e dei giovani della Sierra. -
Marianna Picca, Italia
Marianna Picca, 34 anni, Isola dell'Asinara, Sardegna, Volontaria.
Ho trascorso qui una settimana, l'estate scorsa, per un campo di formazione e volontariato promosso dall'associazione “Libera - Nomi e numeri contro le mafie”. In particolare, quella della foto è la vista dai cosiddetti "camminamenti", i corridoi che permettevano alle guardie di controllare dall'alto il perimetro dell'ex-bunker dove è stato rinchiuso Totò Riina, e che già precedentemente aveva ospitato capi del brigatismo, della camorra e della mafia. Attraverso quella foto io vedo il mondo come un possibile paradiso, che però nasconde in sé storie di solitudine, dolore e paura. Un mondo in cui, nonostante tutto, sperare ancora... -
Margherita Pucino, Svizzera
Margherita Pucino, 27 anni, Zurigo, Svizzera, Dottoranda.
Qui a Zurigo il mondo ha due facce: quella luminosa e vibrante di colori della natura, i prati i laghi e le montagne, e quella frenetica della vita lavorativa. L'importante per me è trovare un equilibrio e il proprio angolo di pace. -
Ludovica Novelli, Ecuador
Ludovica Novelli, 26 anni, Quito, Ecuador, Volontaria in Servizio Civile Nazionale all‘estero.
La mia finestra si affaccia su una capitale circondata dalle Ande, confusionaria e contraddittoria come possono esserlo solo le metropoli. Il mio legame con questa città sono dei bambini, costretti a crescere in un contesto di disagio e violenza. È con loro che da nove mesi condivido la mia quotidianità, cercando di accompagnarli, anche se solo per qualche passo, nel loro percorso di crescita, provando ad educar-ci l'un l'altro stando in relazione. -
Leonardo Perugini, Danimarca
Leonardo Perugini, 31 anni, Copenaghen, Danimarca, Planner per CMT (Copenaghen Metro Team).
La mia finestra è uno dei 17 cantieri che comporranno la nuova linea metropolitana di Copenaghen. La mia finestra è fatta di calcestruzzo, acciaio, sudore e qualche parolaccia.... La mia finestra è fatta anche di silenzi e di un tempo che scorre diversamente rispetto alla città ancora ignara del suo divenire. -
Laura Pandolfi, Stati uniti d'America
Laura Pandolfi, 28 anni, Houston, Texas, Ricercatrice.
Questa è la piscina del mio "complex apartment" di Houston. In città c’è la sede del più grande centro medico del mondo, e io mi sono trasferita qui nel 2013 come ricercatrice nell'ambito della Medicina Rigenerativa. Da aprile a settembre le temperature di Houston sono infernali, e questa piscina è stata la mia salvezza. Houston mi ha offerto moltissimo: ho ottenuto un Dottorato di Ricerca in Scienza dei Materiali e Ingegneria presso una prestigiosa università asiatica che collabora con il centro di ricerca dove lavoro e mi ha permesso qualche anno fa di vivere a Pechino per studiare cinese per sei mesi. A Houston ho incontrato anche mio marito Thomas, un americano-messicano che adesso parla dialetto tifernate. -
Laura Jasenaite, Lettonia
Laura Jasenaite, 32 anni, Riga, Lettonia, Marketing Professional.
Vivo in Aleksandra Caka street, nella città vecchia di Riga. L’architettura di Riga è veramente affascinante e unica: qui si può trovare un’alta concentrazione di edifici in stile Art Nouveau, così come delle bellissime costruzioni in legno. Mi sono trasferita nell’appartamento in Aleksandra Caka street da quasi un anno per motivi di lavoro. È un complesso residenziale gradevole e tranquillo a pochi metri dalla zona più movimentata e frequentata. La prima cosa che faccio quando mi sveglio è guardare dalla finestra. Mi piacciono le mattine assolate e la cosa che adoro di più è il tramonto d’estate, quando posso restare a guardare a lungo il cielo che si colora. -
Karen Pace, Malta
Karen Pace, 38 anni, Birkirkara, Malta.
Il mondo è un posto dove vivere e da condividere . Ogni luogo può insegnarci tanto, può farci incontrare gente che può cambiare la nostra vita. Il mondo ci fa felici quando la squadra che tifiamo vince, e può renderci ci tristi quando qualcuno che conosciamo muore. Ma il mondo e le persone attorno a noi ci fanno essere noi stessi. La foto è stata scattata domenica 29 Maggio a Birkirkara, Malta, dalla mia finestra. Sono in atto i preparativi per la festa organizzata in onore di Sant’ Antonio da Padova. La sua statua viene spostata da dove riposa per un anno intero fino alla porta principale della chiesa, dove rimarrà per quasi 2 settimane. La banda (sul lato sinistro della foto) fa un mini concerto di fronte alla sede della società musicale dove la gente si può fermare per sentire e mangiare qualcosa. In ogni weekend estivo si celebra almeno una festa. Per la gente del posto è un’opportunità per pensare al santo patrono, per incontrare altre persone che conosce, ma che non vede da tanto tempo, e per godere la festa, mangiando e bevendo qualcosa. -
Jean-François Girouard, Canada
Jean-François Girouard, 22 anni, Montreal, Canada, Studente.
Vivo a Terrasse – Vaudreuil, una cittadina nei pressi di Montreal. Ho scattato questa foto del mio cortile a febbraio 2013, dopo una piccola tempesta di neve, e questo è il tipico clima che si crea fuori da una casa canadese durante l’inverno. Quel giorno là arrivava anche a 10 centimetri di altezza, ma capitano anche tempeste di 30-40 centimetri. A volte la neve durante l’inverno si accumula così tanto da arrivare fino alle ginocchia. -
Ilaria Niero, India
Ilaria Niero, 27 anni, Gurgaon, India, Impiegata nel settore marketing e comunicazione.
Il paesaggio indiano è contraddizione, è lo sforzo umano di combattere il caos della natura. Tuttavia, tra palazzi futuristici, infrastrutture scintillanti, superstrade trafficate e rumorose, si può sempre cogliere un senso d’incompiuto. Gurgaon nasce come sfida: costruire un luogo a misura d’uomo d’affari, con aziende e facilities facilmente raggiungibili, con rigogliose zone verdi vive per miracolo nell’arsura di un clima desertico-sub tropicale. -
Giulia Candelori, Argentina
Giulia Candelori, 25 anni, Avellaneda, periferia di Buenos Aires, Argentina, Volontaria in Servizio Civile Nazionale all’estero.
Questo è esattamente il paesaggio che vedo dalla mia finestra, quando ho fortuna anche con qualche bel tramonto. Il panorama non è dei migliori, ma rispecchia fedelmente la situazione sociale della zona: case semplici, senza pretese architettoniche, abitate da famiglie modeste, dalle cui finestre si sprigionano voci, schiamazzi e la tipica Cumbia Argentina. -
Giulia Brillini, Inghilterra
Giulia Brillini, 22 anni, Londra, Inghilterra, Barista e studentessa di lingua tedesca e inglese.
Il panorama cittadino dalle finestre di Leyton (piccolo quartiere situato nella zona più est di Londra) non è mai stato particolarmente eccitante. Fortunatamente Central London può offrire viste spettacolari e questa mi sta particolarmente a cuore, come se fosse un po' casa mia, per questo motivo voglio condividerla. Maughan Library, King's College London, reparto scientifico, è stato per me una sorta di rifugio nei momenti di pienone nelle altre aule della biblioteca per via degli esami. Nonostante i sacrifici, le svariate emicranie da studio, le tarde nottate passate a cercare libri su libri e le corse dal posto di lavoro in biblioteca per assicurarmi un posto a sedere, questa vista riesce a portarmi concentrazione e a farmi apprezzare i traguardi raggiunti. Uno sguardo da questa finestra molte volte mi ha dato la forza necessaria per sopportare la lontananza dalla famiglia, dagli amici e dal mio paese al fine di continuare con i miei studi (magari il cielo su Londra fosse anche un po' più chiaro...). -
Giacomo Domini, Paesi Bassi
Giacomo Domini, 28 anni, Maastricht, Paesi Bassi, Dottorando.
Dalla mia finestra vedo le persone che passeggiano tranquille per le strade del centro. A Maastricht si vive bene: qui c'è la miglior cucina dei Paesi Bassi, il miglior vino, la miglior birra e il più importante carnevale del paese. Si dice che la mentalità aperta, tranquilla e godereccia dei suoi abitanti sia dovuta alle tante invasioni subite nel corso dei secoli. Romani, spagnoli, francesi, tedeschi: tutti quelli che sono arrivati prima o poi sono andati via... ma gli abitanti di Maastricht sono rimasti. -
Francesca Braganti, Francia
Francesca Braganti, 22 anni, Compiegne, Francia, Studente Erasmus.
Un’esperienza unica quella vissuta a Compiegne da studentessa Erasmus. Ho assaporato pienamente questa cittadina: i vicoli ricchi di storia, i mercatini tipici della provincia, una città raccolta e a misura d’uomo, che in realtà è a meno di 100 chilometri da Parigi.Qui ho conosciuto ragazzi provenienti da tutto il mondo e ho condiviso con loro un periodo della mia vita che non dimenticherò più: per sei mesi abbiamo vissuto insieme le fatiche degli esami e le gioie delle feste organizzate in quattro e quattr’otto. Ora che sono tornata a casa, ogni mattina quando mi affaccio alla finestra mi sembra di rivedere i tetti della mia cara Compiegne. -
Francesca Pinto, Colombia
Francesca Pinto, 26 anni, Medellin, Colombia, Volontaria in Servizio Civile Nazionale all’estero.
Vivo attualmente nel barrio La Sierra che fa parte della Comuna 8 della città di Medellin (Colombia). Sono arrivata qui 9 mesi fa per effettuare il Servizio Civile Nazionale all'estero. Dal mio balcone vedo le Ande che proteggono la città, vedo un Paese che sta cambiando, che cerca di riprendersi, di riscattare la storia che ha vissuto. Vedo un mondo che può essere migliore. -
Francesco Consiglio, Spagna
Francesco Consiglio, 26 anni, Granada, Spagna, Dottorando.
Mi trovo a Granada per ragioni di studio e vivo nel quartiere dell'Albayzín. Il mondo che vedo dalla mia finestra ha colori caldi e assolati accompagnati dai profumi intensi e dolci che rendono unica l’atmosfera circostante. -
Federico Cordioli, Australia
Federico Cordioli, 29 anni, Australia, Ingegnere elettrico e travel blogger.
Sono partito dall'Italia in moto e sono arrivato in Australia. Ho documentato in un blog l’origine, lo spirito e le tappe di questa scelta, una vera e propria sfida. -
Fabio Mignogna, Irlanda
Fabio Mignogna, 31 anni, Dublino, Irlanda, Sviluppatore software.
Sono un ragazzo pugliese emigrato in Irlanda. Questo è il tramonto che spesso vedo dalla mia finestra a Dublino, una città stupenda, accogliente e multiculturale che è per me, però, solo un punto di partenza … o forse no. Per ora me la godo con tutti gli spettacoli che la natura, qui, offre quasi quotidianamente. -
Denis Gergic, Croazia
Denis Gergic, 25 anni, Pag, Croazia, Studente.
La mia finestra si affaccia sulla bellissima baia di Stara Novalja, nell’isola di Pag, dove ho la fortuna di studiare e divertirmi. -
Claudia Mele, Polonia
Claudia Mele, 28 anni, Tczew, Polonia, Volontaria nel progetto SVE (Servizio Volontario Europeo), presso la fondazione non profit “Fundacja Pokolenia”.
La foto rappresenta quello che vedo quasi ogni giorno dalla finestra della mia stanza, in Ulica Andersena 1D. Un tramonto può essere tanto banale, quanto spettacolare. Le esperienze sono fatte di sensazioni ed io ricordo perfettamente che la prima sensazione provata al mio arrivo, il primo settembre dello scorso anno, è stata la meraviglia nel guardare il cielo. E così lo osservo ogni giorno mutare nei suoi colori più vari. In questo periodo dell’anno – con le ore di luce che sembrano non voler mai cedere al buio della notte – assume colorazioni così intense da lasciar credere che sia stato Magritte a dipingerlo e a disegnare il contorno delle case all’orizzonte, dove immagino le persone cedere alla stanchezza della sera. Credo che ogni esperienza sia accompagnata da colori diversi, da persone e paesaggi nuovi, e che questi colori resteranno per sempre nel cuore di chi li vive. La mia permanenza in Polonia è ricca di colori mai visti prima. -
Claudia Morelli, Australia
Claudia Morelli, 29 anni, Melbourne, Australia.
Melbourne è ormai la mia seconda casa, perché da un anno e mezzo vivo qui. Una città meravigliosa.Nel mondo che vedo ci sono ancora troppe discriminazioni, differenze, pregiudizi, guerre e conflitti che non portano a nessun buon risultato. Potenti che vogliono governare e comandare e una miriade di persone povere che non hanno i mezzi per sopravvivere. Si pensa sempre di più solo al materiale, al denaro e non all’uomo in quanto essere umano. Viaggiando frequentemente, anche all’estero, ho potuto vedere realtà differenti, e a volte sono rimasta senza parole, scoprendo che spesso le persone povere sono le più umili e quelle che ti restano nel cuore.Certamente oggi non mancano aiuti e volontariato per le aree più in difficoltà, ma si potrebbe fare di più, si dovrebbe fare di più, per cambiare tante cose, anche qui in Italia. La speranza non muore mai.... -
Leonardo Tonelli, Brasile
Leonardo Tonelli, 25 anni, Porto Alegre, Brasile, studente di Master di Ricerca in Salute Collettiva.
Quello che vedo da qua è un paese estremamente complesso, fatto di una quantità enorme di culture mischiate insieme che lo rendono unico e colorato, ma anche marchiato da grandi disuguaglianze e ingiustizie. Quello che vedo dalla mia finestra è un piccolo rettangolo tranquillo, nascosto in mezzo ai palazzi, da dove riprendere fiato dal caos della città e dalle sue contraddizioni. -
Lorenza Giorgi, Portogallo
Lorenza Giorgi, 17 anni, Braga, Portogallo, tirocinante con il progetto Erasmus +
Dalla finestra del mio ufficio si vede il centro di Braga, la mia prima esperienza di lavoro in una città straniera: l’erasmus come mezzo per conoscere nuove culture, nuove persone, per abbattere le frontiere. Grazie a questa esperienza il mondo che vedo è un mondo senza confini.